Un prestigioso riconoscimento all’agronomo ed enologo goriziano Gianni Menotti, quello di Ambasciatore Emerito delle Città del Vino, per l’opera appassionata che da quasi trent’ anni svolge a favore dei vini friulani in genere e del Collio in particolare.
La nomina è avvenuta giovedì 26 gennaio scorso a margine della presentazione di un libro che parla anche di lui. È intitolato “Dietro la bottiglia” ; l’autore è il docente e giornalista napoletano Nino D’Antonio ed è stato presentato al Teatro Verdi a Gorizia alla presenza e con gli interventi del sindaco Ettore Romoli, del direttore dell’Associazione Nazionale “Città del Vino” e presidente del Comitato “ Vinum Loci” , Paolo Benvenuti, e del direttore del periodico “Terre del Vino”, Paolo Corbini, in qualità di editori dell’opera ,nonché del coordinatore regionale CI.VIN. FVG, Tiziano Venturini, sindaco della “ Città del Vino “ di Buttrio.
«A mio avviso, l’enologo deve tirar fuori anzitutto la personalità del vino. Fare in modo che essa si possa esprimere in pieno, perché, così facendo, afferma anche la propria personalità». A rilasciare questa dichiarazione – riportata nel volume - è lo stesso Gianni Menotti, uno dei venti maggiori enologi italiani che più hanno contribuito – conferma D’Antonio-a consolidare l’ identità dei nostri vini ed alla loro affermazione sui mercati internazionali e a cui è dedicata una parte del libro.
Laureato in Scienze Agrarie all’Università di Padova, Gianni Menotti, dopo una robusta esperienza pratica nel campo della meccanica enologica ed, a seguire, oltre vent’anni passati alla guida di una nota azienda del Collio, ha da poco intrapreso l’attività di libero professionista, prestando la sua collaborazione ad importanti aziende vitivinicole sia del Friuli V.G. che di altre regioni italiane.
“Enologo dell’anno” nel 2006, ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per i vini da lui prodotti, tra i quali anche il “Vino bianco dell’anno” nel 2002 e, in vari concorsi e guide, per quel Sauvignon “sopra le righe” cui ha riservato un supplemento d’impegno.
Brillante moderatore della serata il giornalista Stefano Cosma, con la collaborazione e testimonianze varie fra cui quella di Claudio Fabbro, pure agronomo ed enologo nato, come Menotti , in quel di Sagrado d’Isonzo (GO) e , come lui , laureatosi in agraria (all’ Università di Bologna ) sviluppando una tesi sulla viticoltura regionale F.V.G. ed in particolare sul vitigno Picolit .
Molto apprezzato, nell’ occasione, l’intervento del presidente regionale ASSOENOLOGI, Rodolfo Rizzi, il quale ha colto l’occasione per rimarcare la crescita professionale e scientifica della categoria a favore del comparto trainante per l’agricoltura regionale ( in cui operano oltre 280 enologi, garanti della qualità di circa un milione di ettolitri mediamente prodotti ogni anno ) e nazionale ( sono quasi 4.000 i tecnici impegnati a vario titolo nel settore ) che contribuisce non poco a far conoscere anche all’ estero quanto di buono viene fatto per elevare la qualità enoica , che poco ha da invidiare alla scuola transalpina.
Significativo dell’ importanza dell’ evento il “ tutto esaurito” con qualificata presenza di tanti enologi ( fra cui il consigliere nazionale AEI Paolo Valdesolo) ed agronomi, giornalisti e vignaioli, oltre a vari sommeliers e delegazioni del Ducato dei Vini Friulani e dell’ ONAV di Gorizia , guidata da Claudia Culot.
La presentazione si conclusa nel “salotto buono della Nizza d’Austria “ e cioè allo storico Caffè Teatro, nel centro di Gorizia, con una degustazione di vini di alcune aziende vitivinicole che si avvalgono della collaborazione di Gianni Menotti quali, nell’Isontino, le tenute Castelvecchio, Castello di Spessa, Casa Zuliani, Ronco Blanchis e Venturini, nonché Petrucco, Scubla e Valchiarò in provincia di Udine, zona DOC Friuli Colli Orientali.
Particolare attenzione è stata dedicata, nel momento conclusivo della giornata proprio al Sauvignon, vino ritenuto dagli esperti difficile da creare e gestire ma che Menotti ha saputo “domare“ in oltre 20 anni di prove di campagna e cantina facendone il proprio fiore all’occhiello, stimolandone la coltivazione nelle sole aree vocate quale valida alternativa all’eterno Pinot grigio e, se vogliamo, anche a vari vitigni autoctoni ed al dilagante Prosecco.
Gorizia 26 Gennaio 2012