Cristina Burcheri




CORMONS. Se sui 'tre bicchieri" ci sono ancora soltanto delle indiscrezioni – l'ufficialità sarà data dai vertici regionali di Slow food soltanto la prossima settimana –, su chi è l'enologo dell'anno non ci sono dubbi: Gianni Menotti dell'azienda Villa Russiz-Istituto Cerruti di Capriva del Friuli. Così come non occorre neppure fare molta strada, basta salire sul monte Quarin, a Cormòns, per scoprire che il miglior vino bianco d'Italia 2005 è il Collio Bianco Fosarin 2004 dell'azienda Ronco dei Tassi di Fabio Coser.
Due riconoscimenti importanti assegnati all'enologia regionale – e isontina in particolare –, che premiano non soltanto la serietà dei due enologi, ma anche la filosofia da loro sposata che, in entrambi i casi, si fonda sulla qualità del prodotto, che è l'espressione di un territorio unico e inimitabile per caratteristiche geografiche, climatiche e geologiche, quali quelle del Collio isontino.
Nato il 13 settembre del 1955, a Sagrado, in casa, Gianni Menotti è il classico figlio d'arte, in quanto già suo padre Edino condusse per 35 anni l'azienda di Villa Russiz, che nel 1988 passò sotto la sua direzione.
Da giovane enologo, fu una scelta non facile, poiché Villa Russiz è parte di un ente pubblico, l'istituto 'Adele Cerruti", gestito da un consiglio d'amministrazione che oggi, con le parole del presidente Silvano Stefanutti, è il primo a congratularsi per il prestigioso riconoscimento ottenuto dal proprio direttore.
«Il mio carattere e una gran voglia di fare tutto nel miglior modo possibile mi ha sempre portato a distinguermi – dice senza peli sulla lingua –. La sfida è stata quella di trasferire al cda i miei stessi obiettivi e produrre vini di prim'ordine. Di grande qualità».
«La libertà datami nelle scelte tecniche è stata la chiave di svolta per me e per l'azienda – ricorda con emozione, ma anche grande soddisfazione Menotti che prosegue -: con tutto lo 'staff" abbiamo lavorato in questi anni convinti che la qualità paga e oggi Villa Russiz è un piccolo modello virtuoso di investimento pubblico riuscito».
Rispetto poi al suo lavoro di enologo e alla sua sensibilità per creare prodotti eccellenti Menotti spiega: «Cerco sempre di tradurre nel modo più perfetto possibile il territorio nel vino».
E poi assicura: «Non possiedo particolari ricette enologiche, la differenza la fanno già le caratteristiche uniche di questo territorio, il clima, la terra, vale a dire quello che i francesi chiamano 'terroir". Il maggior lavoro va fatto in campagna. Poi nel vino, come nella vita, ricerco l'equilibrio. Un vino equilibrato è quello senza spigoli, con una piacevolezza che affascina l'intenditore ma che anche un consumatore non esperto può esperire, comprendere alla prima sorsata».
Eleganza, equilibrio e armonia sono anche i canoni seguiti da Fabio Coser che, nato a Iesolo, dopo essere uscito con il massimo dei voti dalla grande scuola veneta di Conegliano e aver diretto diverse aziende regionali, ha fatto il grande passo acquistando casa e vigne l'11 novembre 1989 in quel di Montona, sul versante del monte cormonese Quarin che guarda alla Slovenia.
Assieme alla moglie Daniela e ai figli Matteo ed Enrico è giunto oggi a godere di questa grande soddisfazione che attribuisce «al lavoro di squadra» di tutta la famiglia Coser.
«Fabio ha portato in regione la sua esperienza e la sua sensibilità. Lavorando seriamente, senza clamori, si è fatto interprete del territorio riuscendo a dare un grande contributo a tutta l'enologia friulana e isontina».
Così commenta il successo di Coser Giulio Colomba, coordinatore regionale della Guida ai vini d'Italia 2005 di Gambero rosso - Slow food.

 

Messaggero Veneto 25 settembre 2005