Le vasche in cemento sono ritornate in auge, non solo per la conservazione del vino finito a cui erano state relegate negli anni passati, ma in vinificazione, per ovviare ai problemi di riduzione cui spesso sono soggetti i vini lavorati in vasche di inox.
Diffuse fino agli anni 70, le vasche in cemento hanno subìto un drastico ridimensionamento per una connotazione negativa dettata dalla scarsa valenza estetica, ma anche per motivazioni pratiche, essendo più impegnative nella gestione per il peso e la facoltà quasi nulla di trasporto e con costi di manutenzione (vetrificazione) piuttosto alti. Nella seconda parte del secolo scorso, in aiuto alle esigenze delle cantine, sono arrivate prepotentemente le vasche in metallo che veniva vetrificato per evitare cessioni di ferro, ma soprattutto in acciaio inox anche attualmente le più usate perché facilmente trasportatili, sanitizzabili, adatte ad assumere svariate forme e dimensioni e con accessori che possono modificare l’uso e quindi servire alla progettazione del vino adatto al mercato della singola azienda. L’unico problema di questi contenitori è la tendenza del vino ad assumere forme di chiusura olfattiva quindi a favorire fenomeni di riduzione che, se qualche anno fa venivano addirittura richiesti dal mercato, oggi sono assolutamente poco ricercati a favore invece di vini più aperti e con espressioni floreali e fruttate decisamente più evidenti. Sicuramente il contenitore in legno può soddisfare queste esigenze ma la cessione di composti aromatici che derivano dalla conservazione del vino, possono risultare eccessivi specialmente per chi desidera vini con la massima espressione varietale.
Grande soddisfazione quest’anno per il "miglior vino bianco d’Italia” del Friulano Colli Orientali di Valchiarò per la prestigiosa rivista on line "Wine Surf “ e per il riconoscimento del TASTEVIN al Pomedes Colli Orientali di Roberto Scubla, miglior vino del Friuli VG per l’AIS. Due grandissimi riconoscimenti che arrivano in un momento non particolarmente felice data la situazione pandemica. Però è un grande contributo al lavoro che sto facendo con le mie aziende e che sono sicuramente un’iniezione di fiducia per, si spera, la possibile ripresa nel prossimo anno. Sono molto soddisfatto anche perché un “Friulano” ( Tocai ) si è distinto impeccabilmente fra tutti i vini bianchi Italiani degustati ( e c’erano davvero tanti! ) e che trova la vittoria sia nella versione monovitigno sia nel blend Pomedes dove diventa essenziale nella composizione del vino. Non posso dimenticare gli altri successi ottenuti con tutte le altre guide presenti in Italia e quindi non posso dimenticare tutte le mie aziende che sono rimaste estremamente soddisfatte da questi risultati. Le voglio elencare tutte in ordine alfabetico:
E’ ormai passato un anno da quando ho cominciato a collaborare con un’azienda Rumena, della Vrancea.
Devo dire che la terra, l’ambiente e le persone mi hanno conquistato. Prima di tutto siamo al 45° parallelo e quindi le condizioni climatiche legate all’insolazione sono identiche a Bordeaux. Dal punto di vista agronomico il terreno e la piovosità sono assolutamente adatti alla produzione di uve di alta qualità con maturazioni complete che non risultano troppo anticipate ma regolari a partire dall’inizio di settembre per le prime uve bianche;
L’umidità non è troppo accentuata in estate per cui c’è poca pressione fungina specialmente durante la raccolta effettuata generalmente in condizioni di scarsa piovosità e buona ventilazione. Le uve, allevate generalmente a gujot, maturano con gradualità e raggiungono valori analitici di assoluto rispetto sia nella versione bianca che rossa. Le prime soddisfazioni, in questa azienda, da concorsi internazionali sono arrivate, allargando l’orizzonte di questi ottimi vini.
Le varietà coltivate sono quelle internazionali e quelle locali. Tra le prime abbiamo lo Chardonnay, il Sauvignon, l’Aligotè, il Riesling Renano,il Merlot, il Cabernet Sauvignon, lo Shiraz ecc.; tra quelle locali ci sono la Feteasca alba, la Feteasca Regala, il Muscat Ottonel, la Sharba, la Plovaia , la Feteasca Neagra ed altre che cambiano a seconda delle zone.
La degustazione porta a vini complessi ed equilibrati con corrispondenza al vitigno senza compromessi.
L’eleganza poi fa da contorno a queste sensazioni e racchiude tutta la potenza territoriale declinata in forme armoniche e di grande suggestione.
L’assaggiatore, la prestigiosa rivista dell’ONAV, mi dedica una bella intervista.
Recentemente sono stato in Champagne, da solo, e con tanta voglia di vedere cosa è cambiato, se è cambiato, nella produzione del più famoso vino, con bollicine, del mondo.
Il desiderio di vedere cosa accadeva era tanto e così ho voluto toccare con mano alcune Maison, quelle più artigianali, e scambiare informazioni tecniche sulla produzione dello Champagne.
Sono stato nella Cote de Blanc nella valle della Marne e nelle montagne di Reims, luoghi simbolo, dove ho cercato di fare esperienza diretta sulle novità tecniche ma anche filosofiche che riguardano questo grande spumante del mondo.
Ho capito, come sempre accade, che vince sempre il territorio o meglio il terroir, dove clima, terreno e l’uomo fanno la differenza. Infatti non ci sono grosse novità, nuove biotecnologie o nuovi schemi di vinificazione: si fa così da sempre e da sempre esce un prodotto unico e inimitabile, punto e basta. Non che da altre parti si facciano prodotti qualitativamente inferiori, ma diversi sì.
E la degustazione che seguiva sempre alle tecniche di cantina, confrontate con gli enologi o con i proprietari, ne era la più evidente conferma.
Lo Champagne è sempre diverso dagli altri spumanti del mondo, con un profilo organolettico unico, meglio se degustato dopo alcuni anni di affinamento in bottiglia ma sempre emozionante.
Ho girato molto in macchina, vedendo anche i vigneti, quasi sempre allevati con il metodo Chablis e da sempre patrimonio imperdibile per l’ottenimento di un grande prodotto.
Insomma, così era lo Champagne tanti anni fa e così è ora, con qualche anno sulle spalle ma giovane nel saper riprodurre e coniugare ogni anno un prodotto unico ed emozionante.