Recentemente ho visitato due zone della Spagna: la Ribera del Duero e la Rueda, la prima per i grandi rossi a base di Tempranillo e la seconda per alcuni bianchi tra i quali Verdejo e Sauvignon. Non c'è dubbio che la Spagna stia risorgendo molto bene dalla crisi economica che ci ha coinvolto un po' tutti, e naturalmente anche il comparto vitivinicolo non è sfuggito a questa
rinascita. La viticoltura che si pratica in queste zone è simile a quella italiana con grande prevalenza di guyot e cordone speronato. Ci sono comunque diversi casi di alberello prevalentemente in Ribera e quindi con le varietà rosse.
L'enologia è particolarmente sviluppata con Cantine tecnologicamente molto
avanzate, dove la qualità viene perseguita fin dai minimi particolari, con
selezioni delle uve già in fase di pigiatura e successive vinificazioni con
sistemi automatici di ultima generazione.
Degustando i vini rossi della Ribera ho trovato molta pienezza e di
gradazione alcolica tendenzialmente elevata ma parlando con i tecnici locali
c'è la volontà di ridurre il più possibile la concentrazione zuccherina con
tecniche che prevedono di aumentare la maturità fenolica prima di quella
tecnologica. Il Tempranillo è ormai il vino di riferimento e trova senza
dubbio un terroir adatto a questo importante vitigno. I bianchi della Rueda
sono molto profumati con gradazioni più basse dei rossi precedenti e quindi
con strutture non sostenute. La componente aromatica viene ricercata e si
esprime con sfumature molto varietali. Anche qui la tecnologia molto
avanzata ha apportato un importante contributo alla qualità dei vini.
Concludendo posso dire che la Spagna, terzo produttore modiale in termini di
quantità, si sta sempre più proponendo al palcoscenico mondiale con vini
attualissimi e di personalità territoriale.