Cristina Burcheri




GORIZIA. Enologo dell'anno: Gianni Menotti. Miglior vino bianco del 2005: Collio Bianco Fosarin 2004 dell'azienda Ronco dei Tassi di Fabio Coser. Così, con due riconoscimenti importanti il Friuli Vg si riconferma anche nel 2005 ai vertici dell'enologia italiana di qualità. Due premi assegnati dalla prestigiosa Guida ai vini d'Italia Gambero Rosso–Slow food che, insieme ai 26 'tre bicchieri" regionali (anche se diversi nomi sono già stati rivelati questi saranno ufficializzati solo tra qualche giorno), fanno ben sperare per tutto il settore enologico regionale. «Il 2004 è stata un'annata straordinaria e questi due titoli 'pesanti" lo stanno a dimostrare – spiega Giulio Colomba, vicepresidente internazionale di Slow food e responsabile regionale della guida -: abbiamo degustato più di 1600 vini e la sensazione che abbiamo avuto conferma una solida e vasta produzione qualitativa regionale che può affrontare, non senza preoccupazione ma certo più serenamente, la crisi generale del mercato».
Quanto alle motivazioni della commissione, Renato Tedesco, coordinatore regionale del movimento Slow food e della guida le spiega cosí: «Il Fosarin ha sbancato la concorrenza ed è stato il vino che in tutte le degustazioni, di bianchi e di rossi, ha ottenuto il maggior punteggio. Gianni Menotti, oltre alla sua grande competenza e cura fin nel più piccolo dettaglio, è riuscito, insieme al presidente e al cda di Villa Russiz–Istituto Cerruti, a far quadrare il cerchio dimostrando come anche in un'azienda pubblica si può fare qualità e avere una mentalità vincente». Emozione e grande soddisfazione sono sentimenti comuni tra i due vignaioli isontini. «Adesso posso andare anche in pensione» commenta a caldo Coser. Gianni Menotti (già premiato nel 2003 per il miglior vino bianco d'Italia con lo Chardonnay Gräfin de La Tour 2000), ricordando il lavoro di tutto lo staff dell'azienda-istituto, tiene a sottolineare: «Questo riconoscimento è frutto di un lavoro iniziato molti anni fa. La qualità paga e vince chi riesce a trasferire le caratteristiche uniche del territorio nel vino che produce».

 

Messaggero Veneto 25 Settembre 2005