Alcune considerazioni di carattere generale sull'enologia di questi tempi. Siamo in un periodo epocale per i ns vini. Si sta sempre più diffondendo la necessità di fare vini più bevibili ma anche strutturati. È una situazione non facile per l'enologo di oggi. I vini devono mantenere il carattere territoriale e quindi differenziarsi nel panorama mondiale. Abbiamo un clima che è decisamente cambiato con estati roventi ed inverni miti. Cosa fare? Penso che la soluzione sia quella di sviluppare sempre più un concetto territoriale con l'affermazione dei vitigni autoctoni che da tempo si sono già adattati al territorio. Per quelli cosiddetti internazionali dobbiamo lavorare su materiali che prevedono i giusti portinnesti adatti al clima secco e e poi trovare un equilibrio rivolto più alla maturità fenolica che e quella zuccherina. Per questo anche la produzione per ceppo dovrà considerare questa necessità. Anche le tecnologie di Cantina dovranno essere riviste specialmente nella scelta dei lieviti che dovranno essere ricercati tra quelli meno alcoligeni. Le ditte produttrici si stanno già muovendo in tal senso.
Le pratiche di cantina saranno volte a ricercare una buona struttura del vino senza necessariamente avere vini troppo alcolici. In tutto questo, come dicevo, dovremo però non dimenticare la qualità che in questi ultimi anni abbiamo cercato di ottenere molto spesso riuscendoci! Non possiamo tornare indietro ma con le conoscenze acquisite cercare l'adattamento al clima ed ai gusti che cambiano senza stravolgere i grandi percorsi viticolo-enologici che ci hanno consentito di personalizzare, nelle varie espressioni, il nostro grande patrimonio di cultura enoica.