Ritorno in Francia con l’entusiasmo di un giovane enologo che vuole ampliare le sue conoscenze e carpire i segreti dai ”maestri” perché c’è sempre da imparare.
Stavolta mi sono recato a Bordeaux ed in particolare a Saint Emillon e Pomerol dove il merlot, che adoro, struttura tutte le cuvée prodotte in questo che è il più grande vigneto DOC di Francia.
Si, perché il merlot, come in Friuli, è un vitigno di grandi risorse enologiche e confrontarlo con quello prodotto nella sua zona d’origine mi induce a cercare tutte le sue innegabili potenzialità ma soprattutto le sue prerogative di eleganza e potenza.
In Francia ti accorgi che il segreto sta sempre nel territorio o nel terroir, come dicono i Francesi, una parola magica che raccoglie in sé una serie di elementi che caratterizzano un vino.
Dalle degustazione fatte in diversi ed importanti Château emerge la sontuosità e l’eleganza del merlot ed in queste due parole trovo un po’ la mia storia di fare vino, quello che sempre vado cercando quando voglio l’esaltazione di un vitigno.
Nelle visite emerge anche il rispetto che i vignerons francesi hanno per il loro territorio e per il loro lavoro: non ci sono produttori più o meno bravi, ma l’insieme che ha creato nel tempo l’indiscusso mito francese.
Questo per me è la Francia, il terroir per eccellenza, ma non per questo irraggiungibile nella qualità!
L’Italia può vantare più zone vocate alla viticoltura e vini di assoluto valore enologico.
Crediamoci un po’ di più!