Nel luglio 2017 ho visitato, assieme ad altri colleghi, alcune aree viticole del Portogallo.
Come la Spagna, il territorio è decisamente vocato alla produzione dei vini rossi (85% della produzione vinicola); poche precipitazioni e concentrate in autunno-inverno e clima decisamente caldo favoriscono la completa maturazione della bacca rossa. I vitigni di riferimento sono il Touriga national, il Tinta Roriz ed altri. L’albarinho, il loureiro ecc. sono invece quelli bianchi. Per questi ultimi le esigenze climatiche impongono la produzione di vini freschi , raccolti anticipatamente con buone acidità, tendenzialmente leggeri ma adatti alle attuali esigenze del mercato. La loro produzione è comunque limitata al 15% di quella totale per cui si capisce perfettamente che lo sforzo principale si concentri sui vitigni a bacca rossa. La mia visita, che prevedeva anche una sosta per visitare stabilimenti per la lavorazione del sughero e una decortica in foresta, si è concentrata nella valle del Douro, famosa per la produzione del vino Porto che vive di una storia plurisecolare, forse un pò turistica. Qui questo vino “irrobustito” si propone in varie forme che vanno dal Porto bianco, il Tawny, il PinK, il Ruby, il Colheita, l’LBV e il Vintage a seconda delle uve, dell’invecchiamento o della vendemmia.
Il mio interesse però si è concentrato sulla produzione dei vini rossi, specialmente su quelli importanti, da lungo invecchiamento. Questo è l’obiettivo che diverse aziende perseguono dopo che la produzione del Porto si è ormai stabilizzata; crescono quindi gli sforzi, ma anche le vendite, per produrre del vino rosso dalle uve del Porto senza seguire le procedure di fortificazione che questo necessita.
Organoletticamente ho notato che questi ”nuovi vini rossi”, che poi sono molto simili a quelli dei cugini spagnoli, sono molto eleganti, senza sensazioni si surmaturazione, con una concentrazione molto equilibrata ed una chiusura finale morbida senza secchezza tannica.
Posso dire quindi che la valle del Douro, dopo la produzione del Porto, è un pò la continuazione della valle del Duero Spagnolo, con alcuni vitigni diversi, ma simile nella proposta enologica finale sicuramente piacevole e, con vitigni autoctoni, di grande respiro internazionale.